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2013-02-26 22:55:34 UTC
NUOVO ETERE NUOVA FISICA
E’ passato circa un secolo da quando la Fisica ha abbandonato l’etere mettendo al suo posto il nulla del vuoto. Bene, in questo nulla, per definizione, non dovrebbe avvenire niente, invece ci sono molti fenomeni fisici: la polarizzazione dielettrica e magnetica del vuoto come per la materia, la corrente di spostamento, i campi che possono esercitare forze a distanza, l’energia associata ai campi, il potenziale elettrico del vuoto, la curvatura del vuoto, c’è anche la temperatura del vuoto. Con i campi elettromagnetici nello spazio viaggiano anche centinaia di trasmissioni radio televisive, così, per la Fisica attuale, abbiamo il vuoto assoluto con dentro il telegiornale!
Inoltre, sempre nel “vuoto”, si generano e si annichiliscono le particelle virtuali, prevalentemente coppie elettrone positrone, e si ha anche presenza diffusa di energia, di bosoni e altre particelle.
Sappiamo che associata ai campi nello spazio c’è dell’energia, quindi abbiamo il vuoto assoluto, che non dovrebbe contenere niente, che invece, per assurdo, contiene dei Joule di energia.
Prima, con l’etere, era possibile associare degli stati dell’etere a questi fenomeni fisici reali che avvengono nello spazio.
Attualmente per spiegare tutto quello che succede nello spazio vuoto, all’Università e nei libri di testo si usa il concetto del campo definito come stato astratto del nulla del vuoto; e si parla di “proprietà fisiche intrinseche dello spazio vuoto”, che è sempre un modo di pensare astratto, perchè nel nulla del vuoto non ci può essere niente che possa dare sostegno a queste proprietà fisiche o al campo. Ad esempio, per le onde elettromagnetiche nello spazio la Fisica ufficiale parla di - un’oscillazione della polarizzazione elettromagnetica del nulla del vuoto che si propaga nello spazio - che anch’essa è un’idea puramente astratta, perchè se non c’è niente, che cos’è che oscilla?
E’ come dire: nel nulla del vuoto non c’è niente, però c’è qualcosa che oscilla, però non c’è niente.
Ma visto che tutti questi fenomeni avvengono realmente nello spazio, dovrebbero sorgere dei dubbi sul fatto che lo spazio sia vuoto.
La grande maggioranza degli scienziati infatti era favorevole all’etere.
Cartesio sosteneva che per dare senso logico all’estensione spaziale è necessario un mezzo.
Newton, per le forze gravitazionali, ha scritto che sostenere che due corpi lontani possano agire a distanza l’uno sull’altro senza la presenza di un mezzo intermedio è un’assurdità completa.
Maxwell considerava i campi elettromagnetici come stati fisici della polarizzazione dell’etere.
Einstein in un primo tempo abbandonò l’etere; però, dopo aver presentato la teoria della relatività generale in cui si parla della curvatura dello spazio, di fronte all’evidente paradosso del nulla che dovrebbe incurvarsi, ritornò sui suoi pensieri e in seguito presentò un nuovo modello di etere di cui parleremo più avanti.
Nonostante questo e nonostante le evidenti incongruenze del vuoto, nel Novecento l’etere venne soppresso, attribuendo al nulla del vuoto tutte le proprietà astratte citate prima, e facendole credere per reali. Tutti questi concetti astratti sono ormai di uso comune e abbiamo dimenticato che sono astratti, infatti molta gente è convinta che per spiegare le forze che due corpi si scambiano a distanza sia sufficiente esclamare : - col campo! – e poi tracciare due vettori su di un foglio di carta o sulla lavagna. Senza chiedersi come un ente completamente astratto, come il campo nel nulla del vuoto, possa invece esercitare delle forze vere e reali. E’ evidente che manca qualcosa. Lo stesso discorso può essere fatto per la curvatura del vuoto.
Vediamo ora di esaminare le principali motivazioni che portarono all’abbandono dell’etere.
Esse sono: l’esperimento di Michelson – Morley, il principio di relatività, e il vento dell’etere che dovrebbe frenare gli oggetti in movimento, perchè tutti i vecchi modelli di etere consideravano gli oggetti dei corpi estranei.
Interferometro di Michelson
L’esperimento di Michelson – Morley fu eseguito in America nel 1887, esso utilizza l’interferometro schematizzato in figura. Qui brevemente diciamo che due raggi tra loro perpendicolari, ottenuti da uno specchio semitrasparente, dopo essere stati nuovamente riflessi, giungono a un interferometro in grado di valutare le frange d’interferenza, in modo che la ricomposizione delle due onde, dopo i rispettivi tragitti, riveli se una è in ritardo rispetto all’altra. E’ il problema dei due nuotatori: uno deve attraversare il fiume nuotando perpendicolarmente alla corrente sia all’andata che al ritorno, l’altro deve coprire la stessa distanza nuotando prima controcorrente e poi in favore della corrente. Nell’esperimento i due nuotatori sono i due raggi di luce e la corrente del fiume è il flusso di etere attraverso lo strumento in moto con la Terra.
Avrebbe dovuto giungere prima il raggio perpendicolare al moto; invece, con sorpresa i due raggi giungevano sempre alla pari senza sfasamento.
L’esito negativo dell’esperimento fu frettolosamente utilizzato dai detrattori dell’etere per negare la sua esistenza.
L’irlandese Fitzgerald però propose per primo un’idea curiosa e innovativa, e cioè che il lato dell’interferometro parallelo al moto subisse una contrazione, secondo la formula :
l = lo·√(1-β²) . con β = v/c v velocità dell’oggetto, c velocità della luce,
in modo da rendere perfettamente identici i tempi dei due percorsi.
In un primo tempo sembrava solo un’ipotesi strana e arbitraria, ma subito dopo è stata resa molto plausibile da ricerche teoriche di Lorentz e Larmor.
I due scienziati proposero quanto segue: la forma e le dimensioni di un corpo dipendono delle forze di coesione tra gli atomi e tra le molecole; la natura di queste forze è di tipo elettromagnetico e l’etere è il mezzo in cui queste forze hanno sede, quindi queste forze possono variare in funzione della velocità del mezzo rispetto al corpo e come risultato ci sarà un riassestamento della forma e delle dimensioni del corpo, in accordo con la formula di Fitzgerald.
Nel corso del Novecento questa contrazione è stata verificata come vera e reale durante moltissimi esperimenti con gli acceleratori di particelle.
Essa costituisce anche uno dei concetti base della teoria della relatività, nota come contrazione dei regoli in moto, o di Fitzgerald - Lorentz
L’esperimento di Michelson – Morley quindi non è riuscito a rilevare il moto della Terra rispetto all’etere perchè il ritardo di una delle due onde luminose è perfettamente compensato dalla contrazione del lato dell’interferometro parallelo al moto.
Però, ancora ai nostri giorni, alcune persone continuano a proporre l’esperimento di Michelson – Morley come prova definitiva della non esistenza dell’etere, ignorando la contrazione di Fitzgerald.
Per determinare il moto assoluto rispetto all’etere furono tentati molti altri esperimenti, tutti con esito negativo perchè vi è sempre una contrazione di Fitzgerald da qualche parte. Alla fine ci si è convinti che non sarà mai possibile determinare il nostro stato di moto assoluto, almeno guardando solo dentro il nostro laboratorio. Da questa impossibilità deriva il principio di relatività ristretta: e’ impossibile determinare il moto rettilineo uniforme assoluto rispetto allo spazio (guardando solo dentro il proprio laboratorio).
Alcuni asseriscono che il principio di relatività ristretta, negando l’esistenza di un riferimento assoluto vincolato all’etere, anch’esso neghi l’esistenza dell’etere. Ma ciò è errato, perchè la non esistenza di un riferimento assoluto deriva solo, come abbiamo visto, dall’impossibilità sperimentale di determinarlo.
Come abbiamo già detto tutti i vecchi modelli di etere consideravano gli oggetti come corpi estranei che, con il moto, erano soggetti al vento dell’etere, che invece proprio non esiste; e questa fu la principale causa del suo abbandonato.
Il nuovo modello di etere, proposto da Einstein dopo il 1916, considera la materia come un effetto dell’energia nell’etere stesso e non come un corpo estraneo; in questo modo non si ha più il vento dell’etere.
Però prima di parlarne occorre considerare che cos’è realmente la massa e la materia.
Sappiamo che la materia è fatta di atomi. E la parola atomo significa letteralmente: - che non si può tagliare - , o - indivisibile-.
Mai termine fu usato più a sproposito.
Infatti all’interno dell’atomo troviamo il nucleo, all’interno del nucleo troviamo i protoni e i neutroni, e all’interno dei quali troviamo i quark.
All’epoca delle loro scoperte, via via tutti questi componenti sono stati considerati indivisibili, mattoni fondamentali della materia. Accade ancora attualmente con i quark, sebbene sia noto da tempo che anche i quark sono elementi composti.
Riguardo ai volumi abbiamo che i protoni e i neutroni sono miliardi di volte più piccoli degli atomi, tanto che tutti i nucleoni che costituiscono il volume di una persona occupano circa un milionesimo di millimetro cubo. I quark a loro volta sono miliardi di volte più piccoli dei nucleoni, e a loro volta sono fatti di qualcosa, non ancora ben definito, ma molto più piccolo dei quark stessi.
Tutti questi corpuscoli, secondo la fisica, sono uniti dall’energia di legame, dai campi e dai quanti associati a questa energia
Per poter scomporre le particelle sempre più piccole occorrono energie sempre più grandi; servono solo i mezzi materiali necessari per raggiungere quest’energie e poi ciò che viene considerato indivisibile a sua volta sarà frantumato in parti molto più piccole.
In definitiva se guardiamo all’interno delle particelle che costituiscono la materia troviamo solo dell’energia, i quanti da essa prodotti e i campi.
Un nuovo possibile quadro fisico che tiene pienamente conto delle considerazioni precedenti e del nuovo modello di etere già citato, può essere il seguente: ogni particella è creata dall’ energia, essa è un evento che avviene nell’etere dove lo stato oscillatorio dell’energia supera i livelli quantici, e che si annichilisce dove scende al di sotto di tali livelli, per riformarsi subito dopo.
Con l’energia ora associata a uno stato fisico reale dell’etere, e non più come stato astratto del vuoto.
Anche i campi ora trovano pieno senso logico come stati dell’etere, e non come concetti astratti nel vuoto. L’etere costituisce quindi lo scenario solido e tridimensionale che fa da supporto a tutta la realtà fisica, dai campi alla materia.
L’energia che genera tutte le particelle di un corpo macroscopico può spostarsi liberamente nell’etere insieme al corpo generato senza incontrare resistenza alcuna, se non quella opposta dai campi esterni. Ciò permette ai corpi di muoversi liberamente nello spazio, come fanno i pianeti e tutti gli oggetti in movimento, senza l’opposizione del vento dell’etere.
L’etere, oltre a dare senso logico all’estensione spaziale, ora assume anche la proprietà di Sostanza Madre che contiene dentro di se tutta la Fisica: i campi, l’energia, le particelle e i corpi macroscopici. Anche noi esseri umani, e tutte le specie viventi, siamo forme di energia nell’etere.
Questa nuova concezione da pieno significato fisico alla corrispondenza tra massa ed energia espressa dalla famosa formula E = mc², e alla natura corpuscolare e ondulatoria delle particelle.
Le forze a distanza, o interazioni, trovano una chiara e coerente spiegazione come effetto della tendenza dell’etere ad assumere lo stato di minima energia potenziale, quando sono presenti due o più corpi.
Anche le tre formule di Fitzgerald - Lorentz :
l = lo·√(1-β²), m = mo/√ (1-β²), t’ = t / √(1-β²), con β = v/c
possono essere chiaramente interpretate come tendenza dell’energia, che origina gli oggetti, a mutare stato, forma e entità in funzione della velocità.
L’energia che genera tutta la realtà fisica, compresi noi stessi, ricorda il soffio creatore delle sacre scritture, o il prana delle religioni orientali. E qui possiamo trovare un punto d’incontro tra scienza e religione.
Infatti riconoscendo l’energia come principio di esistenza di tutta la materia, dalle particelle agli organismi viventi, e considerando gli oggetti non più indipendenti in uno spazio vuoto ed estraneo, ma eventi generati dall’energia nell’etere e ad esso appartenenti, superiamo il punto di vista puramente materialistico della Fisica.
Giovanni Ruffino - Genova -
Per maggiori chiarimenti ed esempi vedere: Energia Massa Particelle Campi Forze e Nuovo Etere della Fisica, su Google, sempre dello stesso autore.
E’ passato circa un secolo da quando la Fisica ha abbandonato l’etere mettendo al suo posto il nulla del vuoto. Bene, in questo nulla, per definizione, non dovrebbe avvenire niente, invece ci sono molti fenomeni fisici: la polarizzazione dielettrica e magnetica del vuoto come per la materia, la corrente di spostamento, i campi che possono esercitare forze a distanza, l’energia associata ai campi, il potenziale elettrico del vuoto, la curvatura del vuoto, c’è anche la temperatura del vuoto. Con i campi elettromagnetici nello spazio viaggiano anche centinaia di trasmissioni radio televisive, così, per la Fisica attuale, abbiamo il vuoto assoluto con dentro il telegiornale!
Inoltre, sempre nel “vuoto”, si generano e si annichiliscono le particelle virtuali, prevalentemente coppie elettrone positrone, e si ha anche presenza diffusa di energia, di bosoni e altre particelle.
Sappiamo che associata ai campi nello spazio c’è dell’energia, quindi abbiamo il vuoto assoluto, che non dovrebbe contenere niente, che invece, per assurdo, contiene dei Joule di energia.
Prima, con l’etere, era possibile associare degli stati dell’etere a questi fenomeni fisici reali che avvengono nello spazio.
Attualmente per spiegare tutto quello che succede nello spazio vuoto, all’Università e nei libri di testo si usa il concetto del campo definito come stato astratto del nulla del vuoto; e si parla di “proprietà fisiche intrinseche dello spazio vuoto”, che è sempre un modo di pensare astratto, perchè nel nulla del vuoto non ci può essere niente che possa dare sostegno a queste proprietà fisiche o al campo. Ad esempio, per le onde elettromagnetiche nello spazio la Fisica ufficiale parla di - un’oscillazione della polarizzazione elettromagnetica del nulla del vuoto che si propaga nello spazio - che anch’essa è un’idea puramente astratta, perchè se non c’è niente, che cos’è che oscilla?
E’ come dire: nel nulla del vuoto non c’è niente, però c’è qualcosa che oscilla, però non c’è niente.
Ma visto che tutti questi fenomeni avvengono realmente nello spazio, dovrebbero sorgere dei dubbi sul fatto che lo spazio sia vuoto.
La grande maggioranza degli scienziati infatti era favorevole all’etere.
Cartesio sosteneva che per dare senso logico all’estensione spaziale è necessario un mezzo.
Newton, per le forze gravitazionali, ha scritto che sostenere che due corpi lontani possano agire a distanza l’uno sull’altro senza la presenza di un mezzo intermedio è un’assurdità completa.
Maxwell considerava i campi elettromagnetici come stati fisici della polarizzazione dell’etere.
Einstein in un primo tempo abbandonò l’etere; però, dopo aver presentato la teoria della relatività generale in cui si parla della curvatura dello spazio, di fronte all’evidente paradosso del nulla che dovrebbe incurvarsi, ritornò sui suoi pensieri e in seguito presentò un nuovo modello di etere di cui parleremo più avanti.
Nonostante questo e nonostante le evidenti incongruenze del vuoto, nel Novecento l’etere venne soppresso, attribuendo al nulla del vuoto tutte le proprietà astratte citate prima, e facendole credere per reali. Tutti questi concetti astratti sono ormai di uso comune e abbiamo dimenticato che sono astratti, infatti molta gente è convinta che per spiegare le forze che due corpi si scambiano a distanza sia sufficiente esclamare : - col campo! – e poi tracciare due vettori su di un foglio di carta o sulla lavagna. Senza chiedersi come un ente completamente astratto, come il campo nel nulla del vuoto, possa invece esercitare delle forze vere e reali. E’ evidente che manca qualcosa. Lo stesso discorso può essere fatto per la curvatura del vuoto.
Vediamo ora di esaminare le principali motivazioni che portarono all’abbandono dell’etere.
Esse sono: l’esperimento di Michelson – Morley, il principio di relatività, e il vento dell’etere che dovrebbe frenare gli oggetti in movimento, perchè tutti i vecchi modelli di etere consideravano gli oggetti dei corpi estranei.
Interferometro di Michelson
L’esperimento di Michelson – Morley fu eseguito in America nel 1887, esso utilizza l’interferometro schematizzato in figura. Qui brevemente diciamo che due raggi tra loro perpendicolari, ottenuti da uno specchio semitrasparente, dopo essere stati nuovamente riflessi, giungono a un interferometro in grado di valutare le frange d’interferenza, in modo che la ricomposizione delle due onde, dopo i rispettivi tragitti, riveli se una è in ritardo rispetto all’altra. E’ il problema dei due nuotatori: uno deve attraversare il fiume nuotando perpendicolarmente alla corrente sia all’andata che al ritorno, l’altro deve coprire la stessa distanza nuotando prima controcorrente e poi in favore della corrente. Nell’esperimento i due nuotatori sono i due raggi di luce e la corrente del fiume è il flusso di etere attraverso lo strumento in moto con la Terra.
Avrebbe dovuto giungere prima il raggio perpendicolare al moto; invece, con sorpresa i due raggi giungevano sempre alla pari senza sfasamento.
L’esito negativo dell’esperimento fu frettolosamente utilizzato dai detrattori dell’etere per negare la sua esistenza.
L’irlandese Fitzgerald però propose per primo un’idea curiosa e innovativa, e cioè che il lato dell’interferometro parallelo al moto subisse una contrazione, secondo la formula :
l = lo·√(1-β²) . con β = v/c v velocità dell’oggetto, c velocità della luce,
in modo da rendere perfettamente identici i tempi dei due percorsi.
In un primo tempo sembrava solo un’ipotesi strana e arbitraria, ma subito dopo è stata resa molto plausibile da ricerche teoriche di Lorentz e Larmor.
I due scienziati proposero quanto segue: la forma e le dimensioni di un corpo dipendono delle forze di coesione tra gli atomi e tra le molecole; la natura di queste forze è di tipo elettromagnetico e l’etere è il mezzo in cui queste forze hanno sede, quindi queste forze possono variare in funzione della velocità del mezzo rispetto al corpo e come risultato ci sarà un riassestamento della forma e delle dimensioni del corpo, in accordo con la formula di Fitzgerald.
Nel corso del Novecento questa contrazione è stata verificata come vera e reale durante moltissimi esperimenti con gli acceleratori di particelle.
Essa costituisce anche uno dei concetti base della teoria della relatività, nota come contrazione dei regoli in moto, o di Fitzgerald - Lorentz
L’esperimento di Michelson – Morley quindi non è riuscito a rilevare il moto della Terra rispetto all’etere perchè il ritardo di una delle due onde luminose è perfettamente compensato dalla contrazione del lato dell’interferometro parallelo al moto.
Però, ancora ai nostri giorni, alcune persone continuano a proporre l’esperimento di Michelson – Morley come prova definitiva della non esistenza dell’etere, ignorando la contrazione di Fitzgerald.
Per determinare il moto assoluto rispetto all’etere furono tentati molti altri esperimenti, tutti con esito negativo perchè vi è sempre una contrazione di Fitzgerald da qualche parte. Alla fine ci si è convinti che non sarà mai possibile determinare il nostro stato di moto assoluto, almeno guardando solo dentro il nostro laboratorio. Da questa impossibilità deriva il principio di relatività ristretta: e’ impossibile determinare il moto rettilineo uniforme assoluto rispetto allo spazio (guardando solo dentro il proprio laboratorio).
Alcuni asseriscono che il principio di relatività ristretta, negando l’esistenza di un riferimento assoluto vincolato all’etere, anch’esso neghi l’esistenza dell’etere. Ma ciò è errato, perchè la non esistenza di un riferimento assoluto deriva solo, come abbiamo visto, dall’impossibilità sperimentale di determinarlo.
Come abbiamo già detto tutti i vecchi modelli di etere consideravano gli oggetti come corpi estranei che, con il moto, erano soggetti al vento dell’etere, che invece proprio non esiste; e questa fu la principale causa del suo abbandonato.
Il nuovo modello di etere, proposto da Einstein dopo il 1916, considera la materia come un effetto dell’energia nell’etere stesso e non come un corpo estraneo; in questo modo non si ha più il vento dell’etere.
Però prima di parlarne occorre considerare che cos’è realmente la massa e la materia.
Sappiamo che la materia è fatta di atomi. E la parola atomo significa letteralmente: - che non si può tagliare - , o - indivisibile-.
Mai termine fu usato più a sproposito.
Infatti all’interno dell’atomo troviamo il nucleo, all’interno del nucleo troviamo i protoni e i neutroni, e all’interno dei quali troviamo i quark.
All’epoca delle loro scoperte, via via tutti questi componenti sono stati considerati indivisibili, mattoni fondamentali della materia. Accade ancora attualmente con i quark, sebbene sia noto da tempo che anche i quark sono elementi composti.
Riguardo ai volumi abbiamo che i protoni e i neutroni sono miliardi di volte più piccoli degli atomi, tanto che tutti i nucleoni che costituiscono il volume di una persona occupano circa un milionesimo di millimetro cubo. I quark a loro volta sono miliardi di volte più piccoli dei nucleoni, e a loro volta sono fatti di qualcosa, non ancora ben definito, ma molto più piccolo dei quark stessi.
Tutti questi corpuscoli, secondo la fisica, sono uniti dall’energia di legame, dai campi e dai quanti associati a questa energia
Per poter scomporre le particelle sempre più piccole occorrono energie sempre più grandi; servono solo i mezzi materiali necessari per raggiungere quest’energie e poi ciò che viene considerato indivisibile a sua volta sarà frantumato in parti molto più piccole.
In definitiva se guardiamo all’interno delle particelle che costituiscono la materia troviamo solo dell’energia, i quanti da essa prodotti e i campi.
Un nuovo possibile quadro fisico che tiene pienamente conto delle considerazioni precedenti e del nuovo modello di etere già citato, può essere il seguente: ogni particella è creata dall’ energia, essa è un evento che avviene nell’etere dove lo stato oscillatorio dell’energia supera i livelli quantici, e che si annichilisce dove scende al di sotto di tali livelli, per riformarsi subito dopo.
Con l’energia ora associata a uno stato fisico reale dell’etere, e non più come stato astratto del vuoto.
Anche i campi ora trovano pieno senso logico come stati dell’etere, e non come concetti astratti nel vuoto. L’etere costituisce quindi lo scenario solido e tridimensionale che fa da supporto a tutta la realtà fisica, dai campi alla materia.
L’energia che genera tutte le particelle di un corpo macroscopico può spostarsi liberamente nell’etere insieme al corpo generato senza incontrare resistenza alcuna, se non quella opposta dai campi esterni. Ciò permette ai corpi di muoversi liberamente nello spazio, come fanno i pianeti e tutti gli oggetti in movimento, senza l’opposizione del vento dell’etere.
L’etere, oltre a dare senso logico all’estensione spaziale, ora assume anche la proprietà di Sostanza Madre che contiene dentro di se tutta la Fisica: i campi, l’energia, le particelle e i corpi macroscopici. Anche noi esseri umani, e tutte le specie viventi, siamo forme di energia nell’etere.
Questa nuova concezione da pieno significato fisico alla corrispondenza tra massa ed energia espressa dalla famosa formula E = mc², e alla natura corpuscolare e ondulatoria delle particelle.
Le forze a distanza, o interazioni, trovano una chiara e coerente spiegazione come effetto della tendenza dell’etere ad assumere lo stato di minima energia potenziale, quando sono presenti due o più corpi.
Anche le tre formule di Fitzgerald - Lorentz :
l = lo·√(1-β²), m = mo/√ (1-β²), t’ = t / √(1-β²), con β = v/c
possono essere chiaramente interpretate come tendenza dell’energia, che origina gli oggetti, a mutare stato, forma e entità in funzione della velocità.
L’energia che genera tutta la realtà fisica, compresi noi stessi, ricorda il soffio creatore delle sacre scritture, o il prana delle religioni orientali. E qui possiamo trovare un punto d’incontro tra scienza e religione.
Infatti riconoscendo l’energia come principio di esistenza di tutta la materia, dalle particelle agli organismi viventi, e considerando gli oggetti non più indipendenti in uno spazio vuoto ed estraneo, ma eventi generati dall’energia nell’etere e ad esso appartenenti, superiamo il punto di vista puramente materialistico della Fisica.
Giovanni Ruffino - Genova -
Per maggiori chiarimenti ed esempi vedere: Energia Massa Particelle Campi Forze e Nuovo Etere della Fisica, su Google, sempre dello stesso autore.