gino-ansel
2014-08-08 10:41:04 UTC
Visto che non riesco piu' a trascinarvi a parlare d'induzione
(ultimo tentativo in
https://groups.google.com/forum/?fromgroups#!topic/free.it.scienza.fisica/0wXpM2mSywM )
ho scritto ad un noto professore che qualche volta mi ha risposto.
Ho paura pero' che stavolta fara' come fate voi. Ecco la lettera:
Caro Professore,
spero di non disturbarla, in tal caso mi cestini senza pietà.
Tempo fa avevo pasticciato con certi alternatori a magneti permanenti
(pur privo di preparazione al riguardo), percio', oltre a disturbare
lei (e di nuovo la ringrazio per i chiarimenti ricevuti) molto ho
litigato sull'induzione in un NG (dove alberga pure il Prof. Fabri).
Sull'argomento ho fatto molti test e ho potuto constatare che gli
strumenti matematici in uso consentono si' di descrivere molto bene
cio' che gli strumenti mostrano, tuttavia il *modello fisico* che se ne
deriva resta per me indigeribile. Mi associo pure alle perplessita'
di Feynman che in The Feynman Lectures on Physics avrebbe detto :
<Non si conoscono altre localita' della fisica in cui la reale
comprensione di un cosi' semplice ed accurato principio generale
richiede l'analisi di due fenomeni distinti>.
La storia sarebbe lunga, ma mi permetto di accennare, alla fine della
fola, a cio' che mi è venuto in mente. Mi serviro' di alcuni schizzi:
Loading Image...
Considero cio' che mostrerebbe un oscilloscopio collegato ad una spira
tanto grande da essere influenzata in uno solo dei lati dal magnete in
movimento (ma potrebbe anche essere la spira a muoversi e il magnete a
star fermo).
Sono certo al 99% che:
con A non ho nessuna onda sinusoidale
con C ne ho una sola
ne ho due con B se B e' *abbastanza* lungo,
Non dispongo di un B sufficientemente lungo, ma l'ho simulato con tanti
magnetini 10x20 cm avvicinati il piu' possibile: ho avuto le due sinusoidi
previste + tante piccole sinusoidine dovute alla variazione del campo alla
giunzione dei magnetini
A invece e' assimilabile ad un magnete cilindrico (oppure a un B molto
molto lungo osservato nella zona centrale)
Poiché questa esperienza è stata fatta da un fabbro che per esperienza
diretta conosce solo gli effetti del campo *elettromagnetico* (nulla sa
di campo *elettrico*) al fabbro viene da immaginare che il campo
elettromagnetico sia una specie di nebbiolina (fucsia) capace di
*irraggiare* qualcosa a *breve distanza* (come breve è il campo di
attrazione magnetico) e che le *variazioni* di questo irraggiamento
determinino (in un modo misterioso) cio' che viene chiamato *induzione*
Col magnete C l'intensita' di *irraggiamento* cambia sempre:
ecco perchè abbiamo una sola onda.
Col magnete A, anche se questo si muove, l'irraggiamento non cambia
mai (cammino in un viale illuminato uniformemente che non finisce mai)
quindi zero onde.
Col magnete B è come essere in un viale illuminato solo per un tratto
*abbastanza lungo*: avrò un'onda venendo dal buio e un'altra onda
quando abbandono la luce per proseguire nella strada buia.
Forse questo *irraggiamento* suona ridicolo, ma ciò che succede dentro
alla spira di Faraday in qualche modo dovra' pur *irraggiare* verso il
filo! E come accettare il fatto che ciò che succede *fuori* dalla spira
sia ininfluente? Dura da mandar giù.
Quindi il fabbro si immagina un irraggiamento *indiretto*
magnete-campo-filo, simile all'interazione magnete-areaspira-filo di
Faraday, ma che non necessiterebbe (mi pare) della forza di Lorentz
per descrivere compiutamente il fenomeno. Sia che si muova il filo, sia
che si muova il magnete o che non si muova nulla come nei trasformatori
dove la *variazione* è generata dalla corrente *alternata*.
L'alternativa per quel fabbro sarebbe cercare di capire una spiegazione
come questa che le riporto:
------------------------------------------------------------
... La tua perplessita' nasce dal fatto che ti raffiguri un campo elettrico
come qualcosa di materiale, una "nebbiolina", che *o* c'e' *o* non c'e'.
Ti sembra allora che il modello sia contraddittorio: come, se sto fermo
non c'e' nessuna nebbiolina e rimango perfettamente asciutto; se invece
mi muovo mi infradicio tutto (e non soltanto davanti, ma anche di
dietro...) ma allora la nebbiolina c'e' o non c'e' ??? Quant'e'
*realmente* l'umidita' presente nell'aria?
La perplessita' sparisce (*deve* sparire) se tieni conto di come si
*definisce* il campo elettrico: l'effetto che si riscontra (ossia la forza
che si puo' *misurare*), in ogni punto di una zona di spazio, su una carica
elettrica unitaria.
Considera allora un magnete fermo, e vicino ad esso, circa nella stessa
posizione ma abbastanza distanti da non interagire *fra loro*, un
elettrone *fermo* F e un altro elettrone M che si muove con velocita'
v (vettore).
F rimane fermo: ne concludiamo che *li'* il campo elettrico e' nullo.
M invece devia, e' soggetto ad un'accelerazione: ma questa non puo'
essere dovuta al campo elettrico, che in quella posizione e' nullo; pero'
M, a differenza di F, e' in moto: ne concludiamo che su M agisce una
forza dovuta solo al campo magnetico ed alla velocita' v di M, la forza
di Lorentz.
Mettiamoci adesso nel riferimento in cui M e' in quiete (e quindi
il magnete, ed anche F, si muovono a velocita' -v). M risulta accelerato:
ma nel nuovo riferimento *lui* non si muove, quindi non possiamo
addebitare la sua accelerazione ad una forza di Lorentz. Ne concludiamo
che li' ov'e' M c'e' un campo elettrico di un certo valore E (vettore).
Nella stessa posizione, allo stesso tempo, transita F; F si muove di moto
rettilineo uniforme, quindi non e' accelerato; ma li' e' presente il campo
elettrico E, perche' F non ne risente e continua il suo moto rettilineo
uniforme, mentre M ne risente?
La differenza e' che in questo riferimento M e' fermo, ma F no; quindi su
M agisce solamente il campo elettrico, mentre su F puo' (e *deve*)
agire un'altra forza che annulla esattamente l'effetto del campo elettrico.
Fatti i calcoli, la forza di Lorentz risulta avere esattamente intensita'
e direzione di E, e verso opposto .... T.Russo
------------------------------------------------------------
Trovai la spiegazione *in se'* molto ben fatta. Non capii pero' se questa
spiegazione fosse la stessa che mi avrebbero dato i fisici ante-1905,
tuttavia mi ricordo' molto la RR e forse per questo non la digerii (fra
l'altro chi mi scrisse, disse pure che il campo elettrico *deve esistere*
anche se non era ancora stato misurato direttamente, parrebbe quindi
una roba *ad hoc*).
Spero che lei possa compatirmi e la saluto molto cordialmente.
......
PS. Se le interessa potrei documentarle alcuni test *estremizzati*
che porterebbero acqua al mio mulino.
PS.PS. Alla questione degli omopolari però non ho riflettuto e non
saprei se metterebbero in crisi la mia *nebbiolina* cherubinica.
(ultimo tentativo in
https://groups.google.com/forum/?fromgroups#!topic/free.it.scienza.fisica/0wXpM2mSywM )
ho scritto ad un noto professore che qualche volta mi ha risposto.
Ho paura pero' che stavolta fara' come fate voi. Ecco la lettera:
Caro Professore,
spero di non disturbarla, in tal caso mi cestini senza pietà.
Tempo fa avevo pasticciato con certi alternatori a magneti permanenti
(pur privo di preparazione al riguardo), percio', oltre a disturbare
lei (e di nuovo la ringrazio per i chiarimenti ricevuti) molto ho
litigato sull'induzione in un NG (dove alberga pure il Prof. Fabri).
Sull'argomento ho fatto molti test e ho potuto constatare che gli
strumenti matematici in uso consentono si' di descrivere molto bene
cio' che gli strumenti mostrano, tuttavia il *modello fisico* che se ne
deriva resta per me indigeribile. Mi associo pure alle perplessita'
di Feynman che in The Feynman Lectures on Physics avrebbe detto :
<Non si conoscono altre localita' della fisica in cui la reale
comprensione di un cosi' semplice ed accurato principio generale
richiede l'analisi di due fenomeni distinti>.
La storia sarebbe lunga, ma mi permetto di accennare, alla fine della
fola, a cio' che mi è venuto in mente. Mi serviro' di alcuni schizzi:
Loading Image...
Considero cio' che mostrerebbe un oscilloscopio collegato ad una spira
tanto grande da essere influenzata in uno solo dei lati dal magnete in
movimento (ma potrebbe anche essere la spira a muoversi e il magnete a
star fermo).
Sono certo al 99% che:
con A non ho nessuna onda sinusoidale
con C ne ho una sola
ne ho due con B se B e' *abbastanza* lungo,
Non dispongo di un B sufficientemente lungo, ma l'ho simulato con tanti
magnetini 10x20 cm avvicinati il piu' possibile: ho avuto le due sinusoidi
previste + tante piccole sinusoidine dovute alla variazione del campo alla
giunzione dei magnetini
A invece e' assimilabile ad un magnete cilindrico (oppure a un B molto
molto lungo osservato nella zona centrale)
Poiché questa esperienza è stata fatta da un fabbro che per esperienza
diretta conosce solo gli effetti del campo *elettromagnetico* (nulla sa
di campo *elettrico*) al fabbro viene da immaginare che il campo
elettromagnetico sia una specie di nebbiolina (fucsia) capace di
*irraggiare* qualcosa a *breve distanza* (come breve è il campo di
attrazione magnetico) e che le *variazioni* di questo irraggiamento
determinino (in un modo misterioso) cio' che viene chiamato *induzione*
Col magnete C l'intensita' di *irraggiamento* cambia sempre:
ecco perchè abbiamo una sola onda.
Col magnete A, anche se questo si muove, l'irraggiamento non cambia
mai (cammino in un viale illuminato uniformemente che non finisce mai)
quindi zero onde.
Col magnete B è come essere in un viale illuminato solo per un tratto
*abbastanza lungo*: avrò un'onda venendo dal buio e un'altra onda
quando abbandono la luce per proseguire nella strada buia.
Forse questo *irraggiamento* suona ridicolo, ma ciò che succede dentro
alla spira di Faraday in qualche modo dovra' pur *irraggiare* verso il
filo! E come accettare il fatto che ciò che succede *fuori* dalla spira
sia ininfluente? Dura da mandar giù.
Quindi il fabbro si immagina un irraggiamento *indiretto*
magnete-campo-filo, simile all'interazione magnete-areaspira-filo di
Faraday, ma che non necessiterebbe (mi pare) della forza di Lorentz
per descrivere compiutamente il fenomeno. Sia che si muova il filo, sia
che si muova il magnete o che non si muova nulla come nei trasformatori
dove la *variazione* è generata dalla corrente *alternata*.
L'alternativa per quel fabbro sarebbe cercare di capire una spiegazione
come questa che le riporto:
------------------------------------------------------------
... La tua perplessita' nasce dal fatto che ti raffiguri un campo elettrico
come qualcosa di materiale, una "nebbiolina", che *o* c'e' *o* non c'e'.
Ti sembra allora che il modello sia contraddittorio: come, se sto fermo
non c'e' nessuna nebbiolina e rimango perfettamente asciutto; se invece
mi muovo mi infradicio tutto (e non soltanto davanti, ma anche di
dietro...) ma allora la nebbiolina c'e' o non c'e' ??? Quant'e'
*realmente* l'umidita' presente nell'aria?
La perplessita' sparisce (*deve* sparire) se tieni conto di come si
*definisce* il campo elettrico: l'effetto che si riscontra (ossia la forza
che si puo' *misurare*), in ogni punto di una zona di spazio, su una carica
elettrica unitaria.
Considera allora un magnete fermo, e vicino ad esso, circa nella stessa
posizione ma abbastanza distanti da non interagire *fra loro*, un
elettrone *fermo* F e un altro elettrone M che si muove con velocita'
v (vettore).
F rimane fermo: ne concludiamo che *li'* il campo elettrico e' nullo.
M invece devia, e' soggetto ad un'accelerazione: ma questa non puo'
essere dovuta al campo elettrico, che in quella posizione e' nullo; pero'
M, a differenza di F, e' in moto: ne concludiamo che su M agisce una
forza dovuta solo al campo magnetico ed alla velocita' v di M, la forza
di Lorentz.
Mettiamoci adesso nel riferimento in cui M e' in quiete (e quindi
il magnete, ed anche F, si muovono a velocita' -v). M risulta accelerato:
ma nel nuovo riferimento *lui* non si muove, quindi non possiamo
addebitare la sua accelerazione ad una forza di Lorentz. Ne concludiamo
che li' ov'e' M c'e' un campo elettrico di un certo valore E (vettore).
Nella stessa posizione, allo stesso tempo, transita F; F si muove di moto
rettilineo uniforme, quindi non e' accelerato; ma li' e' presente il campo
elettrico E, perche' F non ne risente e continua il suo moto rettilineo
uniforme, mentre M ne risente?
La differenza e' che in questo riferimento M e' fermo, ma F no; quindi su
M agisce solamente il campo elettrico, mentre su F puo' (e *deve*)
agire un'altra forza che annulla esattamente l'effetto del campo elettrico.
Fatti i calcoli, la forza di Lorentz risulta avere esattamente intensita'
e direzione di E, e verso opposto .... T.Russo
------------------------------------------------------------
Trovai la spiegazione *in se'* molto ben fatta. Non capii pero' se questa
spiegazione fosse la stessa che mi avrebbero dato i fisici ante-1905,
tuttavia mi ricordo' molto la RR e forse per questo non la digerii (fra
l'altro chi mi scrisse, disse pure che il campo elettrico *deve esistere*
anche se non era ancora stato misurato direttamente, parrebbe quindi
una roba *ad hoc*).
Spero che lei possa compatirmi e la saluto molto cordialmente.
......
PS. Se le interessa potrei documentarle alcuni test *estremizzati*
che porterebbero acqua al mio mulino.
PS.PS. Alla questione degli omopolari però non ho riflettuto e non
saprei se metterebbero in crisi la mia *nebbiolina* cherubinica.