Luciano Buggio
2014-10-07 07:27:07 UTC
Gli addetti - non il popolo, per carità - sanno (anchee non si dice molto in giro) che Einstein riapprodò all'etere.
Quasi nessuno sa (e lo si dice quindi ancor meno) che l'etere a cui riappordò Einstein è *continuo* non fatto di particelle, non discreto, che è lo spazio fisico stesso, dotato di propriertà.
Scrisse in conclusione:
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" ... non potremo fare a meno dell'etere, cioè di un continuo fornito di proprietà fisiche; perché la teoria della relatività generale, i cui punti di vista generali i fisici di certo terranno sempre ben fermi, esclude un'azione a distanza diretta. Ma ogni teoria di azione per contatto presuppone dei campi comuni, dunque anche l'esistenza di un 'etere'".
"Possiamo ancora continuare a servirci della parola etere, ma soltanto allo scopo di designare le proprietà fisiche dello spazio. Nel processo di sviluppo della scienza la parola etere ha più volte cambiato significato. Attualmente non sta più a denotare un mezzo che sia in qualche modo costituito di particelle materiali. La sua storia non è però in alcun modo terminata e continua nella teoria della relatività".
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Ora, quali possono essere le "proprietà" di un etere continuo?
Che cosa se ne può dire se non che ha una densità, che varia con la distanza dalle masse, come io sostengo precisando (come pare dica anche E, a ben guardare) che l'"etere" altro non è che lo spazio stesso, che cioè è lo spazio **in sè* ad avere una densità?
Qualcuno direbbe (ed è quello che dice E.): "la cuvatura".
Ma checcazzo vuol dire?
Quando E. dice che nel processo di sviluppo della scienza la parola etere ha più volte cambiato significato dovrebbe precisare il significato che aveva in origine.
Etere deriva dal nome di chi, per quanto si sa, per primo lo ipotizzò, Arisotete: ebbene anche per Aristorìtele l'etere era dotato di continuità.
Successivamente, quando fu ripreso nel 600 o giù di lì, la contaminazione con l'atomismo, che confluì nel meccanicismo (o addirittura lo fondò), lo fece diventare una sostanza costituita di particelle.
Einstein non fa altro, senza redersene conto, mi pare, che resitutuire al concetto di etere l'originario dignificato.
Perchè queste cose non sono scritte da nessuna parte?
Non sono vere?
Sono le mie solite allucinazioni?
LucianoBuggio
www.lucianobuggio.altervista.org
Quasi nessuno sa (e lo si dice quindi ancor meno) che l'etere a cui riappordò Einstein è *continuo* non fatto di particelle, non discreto, che è lo spazio fisico stesso, dotato di propriertà.
Scrisse in conclusione:
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" ... non potremo fare a meno dell'etere, cioè di un continuo fornito di proprietà fisiche; perché la teoria della relatività generale, i cui punti di vista generali i fisici di certo terranno sempre ben fermi, esclude un'azione a distanza diretta. Ma ogni teoria di azione per contatto presuppone dei campi comuni, dunque anche l'esistenza di un 'etere'".
"Possiamo ancora continuare a servirci della parola etere, ma soltanto allo scopo di designare le proprietà fisiche dello spazio. Nel processo di sviluppo della scienza la parola etere ha più volte cambiato significato. Attualmente non sta più a denotare un mezzo che sia in qualche modo costituito di particelle materiali. La sua storia non è però in alcun modo terminata e continua nella teoria della relatività".
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Ora, quali possono essere le "proprietà" di un etere continuo?
Che cosa se ne può dire se non che ha una densità, che varia con la distanza dalle masse, come io sostengo precisando (come pare dica anche E, a ben guardare) che l'"etere" altro non è che lo spazio stesso, che cioè è lo spazio **in sè* ad avere una densità?
Qualcuno direbbe (ed è quello che dice E.): "la cuvatura".
Ma checcazzo vuol dire?
Quando E. dice che nel processo di sviluppo della scienza la parola etere ha più volte cambiato significato dovrebbe precisare il significato che aveva in origine.
Etere deriva dal nome di chi, per quanto si sa, per primo lo ipotizzò, Arisotete: ebbene anche per Aristorìtele l'etere era dotato di continuità.
Successivamente, quando fu ripreso nel 600 o giù di lì, la contaminazione con l'atomismo, che confluì nel meccanicismo (o addirittura lo fondò), lo fece diventare una sostanza costituita di particelle.
Einstein non fa altro, senza redersene conto, mi pare, che resitutuire al concetto di etere l'originario dignificato.
Perchè queste cose non sono scritte da nessuna parte?
Non sono vere?
Sono le mie solite allucinazioni?
LucianoBuggio
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