Discussione:
La regola del parallelogramma è un dogma?
(troppo vecchio per rispondere)
Arcobaleno
2010-08-20 08:28:18 UTC
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Ciao ragazzi,

ma sta regola del parallelogramma è un dogma o si può dimostrare?

Ho provato a vedere Stevin e poi nel libro di Mach sulla meccanica nel
suo sviluppo storico.

Da solo sono riuscito a dimostrare che la somma di due vettori
COLLINEARI è la somma delle due lunghezze cioè dei due moduli.

Se i due vettori sono OPPOSTI ed UGUALI(verso opposto e stessa
direzione) ecco che si intuisce che la somma darà ZERO come
risultante.

Se poi prendo due vettori di UGUALE MODULO che formano un angolo
INFERIORE a PI è anche lì ovvio che il risultante dovrà avere
direzione CENTRALE(banale simmetria).

Ma quando i vettori NON sono uguali.....come si può dimostrare che la
direzione del moto dovrà essere proprio quella diagonale del
parallelogramma?

Qui c'è qualcuno in gamba, cioè capace(magari un professore
universitario di fisica teorica) che può spiegare a tutti questo
mistero? O mi devo rivolgere al ng di fisica moderato?



Grazie ragazzi!!

A.
dross
2010-08-20 08:42:40 UTC
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Post by Arcobaleno
Qui c'è qualcuno in gamba, cioè capace(magari un professore
universitario di fisica teorica) che può spiegare a tutti questo
mistero? O mi devo rivolgere al ng di fisica moderato?
Grazie ragazzi!!
A.
boh, forse do x scontate cose come l'indipendenza delle componenti
ortogonali (pensa banalissimamente al moto parabolico di un proiettile)
o la norma euclidea, ma la somma delle componenti omologhe mi sembra
convincente e la regola del parallelogramma può venire di seguito
Arcobaleno
2010-08-20 09:17:37 UTC
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I ma la somma delle componenti omologhe mi sembra
convincente e la regola del parallelogramma può venire di seguito
Cioè PROEIETTO il tutto sugli assi e mi metto a sommare le
componenti.

Quindi posso ragionare PARALLELAMENTE in termini di DUE
direzioni....ecioè quella dell'asse x e quella
dell'asse y.

Così però va bene A LIVELLO ANALITICO......ma per quanto riguarda la
regola del parallelogramma
siamo al punto di partenza.

Temo che il gioco sugli assi, sulle componenti derivi dalla regola e
non viceversa.

A mio parere ci deve essere una qualche costruzione GEOMETRICA(come
per il teorema di pitagora)
che a quanto pare sfugge a molti me compreso.

Immagina se ti dicessero che c^2 = a^2 + b^2 e questo è tutto:)) Poi
ti dicessero di ragionare per componenti e il tutto torna. Ma bisogna
sempre andarsi a vedere il teorema di pitagora per convincersi a
fondo.


Ciao grazie:)
A.
Tommaso Russo, Trieste
2010-08-20 10:56:44 UTC
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Post by Arcobaleno
Ciao ragazzi,
ma sta regola del parallelogramma è un dogma o si può dimostrare?
Ti dico come l'insegno io, poi vedi tu.

Il concetto di vettore lo faccio derivare da quello di "spostamento".
Che e' un viaggio di cui conosci tutto, eccetto che il punto di
partenza (e quindi neanche quello di arrivo); ma dei cui dettagli non
t'importa nulla, perche' ti interessa solo sapere "se faccio questo
spostamento partendo da QUI, dove arrivo"?, per cui puoi sostituirlo
con un unico viaggio rettilineo, del tutto equivalente.

Uno spostamento e' ad esempio "verso ENE, con alzo 15°, per 3 km". Se
parti da piazza Unita', arrivi in Carso; se parti da piazza del Duomo,
arrivi sopra Lambrate.

Due spostamenti si sommano semplicemente mettendoli uno *dopo*
l'altro, e trovando il segmento di retta orientato che dal punto di
partenza dal primo (ovunque sia) arriva al punto d'arrivo del secondo
(che resta determinato una volta scelto il primo).

La regola del parallelogramma si simostra da questa.

Un segmento orientato ma non legato a un punto di applicazione, che ha
le stesse proprita' di uno spostamento, lo chiamo "vettore". Poi
faccio notare che se moltiplico un vettore per uno scalare ottengo
ancora un vettore. Quindi anche la velocita' media, che si ottiene
dividendo uno spostamento per il tempo impiegato a percorrerlo, e' un
vettore. Quindi anche la velocita' istantanea. Quindi anche
l'accelerazione, e la forza (perche' la massa e' uno scalare), e
qualsiasi campo posa definire dalle quantita' precedenti usando solo
ulteriori grandezze scalari.

--
TRu-TS
Arcobaleno
2010-08-20 14:45:05 UTC
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Post by Tommaso Russo, Trieste
Poi
faccio notare che se moltiplico un vettore per uno scalare ottengo
ancora un vettore.
Ciao,

qui mi è venuta un'idea.
Riprendiamo due vettori A et B stesso punto di applicazione separati
da un angolo INFERIORE a PI.
Se i due vettori hanno stessa norma ecco che ci viene facile capire
che il risultante si dovrà trovare
su PI/2 per una banale constatazione di simmetria.

Tuttavia qui posso stabilire SOLO la direzione ed il verso ma nulla
riguardante la norma(a meno di non introdurre
la reg del paral.mma come definizione).

Ora se il vettore B diventa 1/2 B ecco che ho problemi perfino per
capire la direzione.

Ed è qui che arrivi tu e mi suggerisci di moltiplicare uno dei due
vettori per uno scalare n t.c. |A| = n |B| con n € R^1.

In questo modo anche se i due vettori hanno DIVERSA norma io posso
calcolare la direzione, perché faccio in modo che i due vettori siano
uguali.

Allo stesso modo se i due vettori sono uguali io faccio in modo che
possano differire in NORMA e che la direzione del moto dovrà andare
INTUITIVAMENTE verso il vettore con norma MAGGIORE.
Post by Tommaso Russo, Trieste
Quindi anche la velocita' media, che si ottiene
dividendo uno spostamento per il tempo impiegato a percorrerlo, e' un
vettore. Quindi anche la velocita' istantanea. Quindi anche
l'accelerazione, e la forza (perche' la massa e' uno scalare), e
qualsiasi campo posa definire dalle quantita' precedenti usando solo
ulteriori grandezze scalari.
Intuitivamente si capisce come mai la direzione si deve spostare verso
il vettore di norma MAGGIORE....ma non
sappiamo CON PRECISIONE quale direzione e purtroppo non conosciamo la
norma del risultante.

Qui interviene proprio la regola del parallelogramma per la somma di
due vettori nel piano.

Dobbiamo arrivare a questa regola......senza darla come già
conosciuta.

Hai presente PRIMA della conoscenza del teorema di pitagora? Hai
presente che magari
il teorema NESSUNO lo sapeva dimostrare e però tutti usavano il
risultato, cioè la regola?

Noi siamo alla stessa stregua di chi a scuola media apprende che c^2=
a^2 + b^2,

Ovviamente nei libri la dimostrazione geometrica del teorema di
Pitagora c'è e uno se la studia.

La DIMOSTRAZIONE della regola del parallelogramma dove sta?:))

E' un segreto nascosto da qualche parte?

Ciao, grazie
A.
Tommaso Russo, Trieste
2010-08-20 22:48:20 UTC
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Post by Arcobaleno
Post by Tommaso Russo, Trieste
Poi
faccio notare che se moltiplico un vettore per uno scalare ottengo
ancora un vettore.
Ma quello che era scritto sopra lo *hai letto??*
Post by Arcobaleno
qui mi è venuta un'idea.
...
Post by Arcobaleno
Ora se il vettore B diventa 1/2 B ecco che ho problemi perfino per
capire la direzione.
Ed è qui che arrivi tu e mi suggerisci di moltiplicare uno dei due
vettori per uno scalare n t.c. |A| = n |B| con n € R^1.
MA SIAMO MATTI?

Io ti ho dato una spiegazione destinata normalmente a 16/17enni e tu
mi fai un erroraccio da matita rossa anche per un undicenne?

Moltiplichi *un addendo* per un numero prima di fare la somma e vuoi
che ti venga lo stesso risultato?

...
Post by Arcobaleno
Intuitivamente si capisce come mai la direzione si deve spostare verso
il vettore di norma MAGGIORE....ma non
sappiamo CON PRECISIONE quale direzione e purtroppo non conosciamo la
norma del risultante.
Come no?
Sposti parallelamente uno dei due vettori finche' il suo punto di
applicazione cade sulla freccia terminale dell'altro e tracci
*graficamente* il vettore risultante, dal punto di applicazione
originale di entrambi alla punta della freccia del secondo. Questa e'
*per definizione* la somma di due vettori.

La mia spiegazione era tesa solo a mostrare che questa definizione non
e' la trovata astratta di un matematico teorico, ma e' uno strumento
inventato apposta per risolvere problemi reali e comuni.

La regola del parallelogramma *si dimostra* facilmente equivalente a
questa definizione. Qual'e' il metodo grafico piu' semplice per
mettere un vettore "di seguito" all'altro?
Post by Arcobaleno
Qui interviene proprio la regola del parallelogramma per la somma di
due vettori nel piano.
Dobbiamo arrivare a questa regola......senza darla come già
conosciuta.
E ti ho detto proprio come fare, partendo dalla definizione di "somma
di vettori" derivata dal concetto di "composizione di spostamenti".,
Post by Arcobaleno
La DIMOSTRAZIONE della regola del parallelogramma dove sta?:))
E' un segreto nascosto da qualche parte?
Per carita'...
Post by Arcobaleno
Ciao, grazie
Prego, ma rileggi quello che ho scritto nel post precedente prima di
partire per la tangente.

Ciao

--
TRu-TS
Fatal_Error
2010-08-20 23:25:54 UTC
Permalink
Post by Tommaso Russo, Trieste
Moltiplichi *un addendo* per un numero prima di fare la somma e vuoi
che ti venga lo stesso risultato?
Chi sia un dogma pure questo?
:-))
Arcobaleno
2010-08-21 05:35:51 UTC
Permalink
Post by Tommaso Russo, Trieste
E ti ho detto proprio come fare, partendo dalla definizione di "somma
di vettori" derivata dal concetto di "composizione di spostamenti".,
Ma se tu prendi un vettore B e metti la coda di B sulla punta di A
(trasporto parallelo)
come fai a sapere che quella è la cosa giusta da fare?

IMHO tu sei influenzato dall'uso di una regoletta data per definizione
e ti fermi lì.

Tu sai fare quello spostamento perché in questo modo poi vai ad unire
la coda di A con la punto di B SPOSTATO ed ecco che hai il risultante
C.

Tu non fai altro che USARE la regola del parallelogramma e stop.

Inoltre tu forse volevi dire che possiamo pensare ad un fatto
sperimentale e
cioè che se intendiamo quei A e B come due FUNI che stanno per tirare
lo stesso SASSO
ecco che possiamo notare che la direzione verso cui si sposta il
sasso(masso) è proprio
un risultante dato dalla regola del parallelogramma e da qui fu
derivata l'operazione di somma
e cioè la regola del parallelogramma.

Ora dal punto di vista sperimentale possiamo sicuramente andare a
vedere se quella sia o meno
la direzione.....ma bisogna applicare anche la SOMMA dei MODULI dei
due vettori nella direzione del vettore RISULTANTE.

Cioè se a tirare nella direzione del vettore A ci sei tu e a tirare
nella direzione del vettore B c'è Giorgio Pastore per es. ecco che
entrambi vi dovreste spostare nella direzione C del risultante, unire
le vostre forze e tirare NELLA STESSA DIREZIONE e cioè quella del
risultante C.


Avete fatto l'esperimento?:))

Cioè la regola del parallelogramma è una regola EMPIRICA?
L'algebra lineare è fisica? :)))


Ciao
A.
cometa_luminosa
2010-08-21 14:56:06 UTC
Permalink
On 21 Ago, 07:35, Arcobaleno <***@freemail.it> wrote:
[...]
Post by Arcobaleno
Ma se tu prendi un vettore B e metti la coda di B sulla punta di A
(trasporto parallelo)
come fai a sapere che quella è la cosa giusta da fare?
Io ti ho chiesto: "la dimostrazione la vuoi partendo da cosa?" perche'
non si capisce da cosa vuoi partire. Se tu per esempio consideri un
vettore A di R^2, lo scrivi: A = (a1, a2 e un'altro vettore B = (b1,
b2). La somma allora *per definizione* vale A + B = (a1+b1, a2+b2).
Adesso disegna sul piano, in un foglio a quadretti, due frecce A e B,
diverse sia come lunghezza che come orientazione, una di seguito
all'altra (la coda della seconda sulla punta della prima) e calcola
con il righello le componenti lungo l'asse x e l'asse y delle due
frecce e le chiami (a1, a2), (b1, b2) come prima. Appena hai finito il
disegno, vedi immediatamente che la freccia che parte dalla coda della
prima e va alla punta della seconda ha come componenti (a1+b1, a2+b2).
Adesso pero' la dimostrazione analitica dovresti saperla fare!
Arcobaleno
2010-08-21 16:33:07 UTC
Permalink
Post by cometa_luminosa
[...]
Post by Arcobaleno
Ma se tu prendi un vettore B e metti la coda di B sulla punta di A
(trasporto parallelo)
come fai a sapere che quella è la cosa giusta da fare?
Io ti ho chiesto: "la dimostrazione la vuoi partendo da cosa?"
Mi sono reso conto che la dimostrazione(leggendo Giorgio l'ho capito
bene)
che intendo io non esiste.

Ti faccio un esempio spero veloce.......noi arriviamo su un pianeta,
ci svegliamo dopo un lungo
sonno e poi usciamo dal pianeta e tutto quello che lasciamo fuori
dalla nostra astronave ecco che
va verso L'ALTO verso il basso non ci va nulla. Ora cosa ci sarebbe
qui da dimostrare? Nulla.
Si osserva e ci convinciamo di quello che vediamo.....caso mai ci
chiediamo quale forza
attira verso l'alto piuttosto che verso il basso ma è già fisica....e
c'è solo da fare esperimenti.


E allora la cosa migliore da fare è prendere questa regola che
funziona
come metodo per stabilire direzione, verso, INTENSITA' di una forza
nel mondo che ci circonda.

D'altra parte il calcolo vettoriale prende spunto come sai da Hamilton
e dai suoi quaternioni...Maxwell
elimina la parte immaginaria....parallelamente Grassmann mette le basi
per l'algebra lineare
ed ecco che si arriva poi addirittura a livelli astratti.....dove il
concetto di spazio lineare può
essere calato su ogni tipo di elementi.......come ben sai per ELEMENTI
dello spazio lineare non dobbiamo intendere
per forza quelle frecce orientate ma possiamo intendere anche i membri
di una serie ecc ecc.

E' come quando mi lamentai dicendo tempo fa che i tre principii della
dinamica(non te la prendere:)) nei libri
non venivano spiegati a sufficienza come essere derivati da ESPERIENZE
nel mondo reale.


Sulla regola del parallelogramma la si definisce e stop....in nessun
libro viene detto che
ci arriva da esperimenti ecc.


Magari tu potresti dire.......e cosa dovrebbero dire nel libro?

Potrebbero far vedere una carrucola.....si applicano due pesi UGUALI e
far vedere che tutto si bilancia.

Si potrebbe far vedere che per es. si prende una piccola pietra e si
tira in due direzioni diverse
applicando diverse forze.........poi qualcuno si mette a tirare nella
direzione OPPOSTA
appena TUTTO RIMANE FERMO.....si va a vedere se quella forza applicata
nel verso opposto
alle prime due può risultare applicando la regola del parallelogramma
ecc ecc.

Ora non vorrei sbilanciarmi e dirla grossa come una casa e magari pure
sbagliata:)

Ma non sarebbe il caso di parlare di PRINCIPIO del parallelogramma?:)

Cioè quando si devono comporre le forze ecco che si può parlare di
principio
FISICO del parallelogramma. Così come si parla dei principi della
dinamica.......senza
offesa per nessuno ovviamente:)))

Così ci si mette l'anima in pace e Amen!

D'altra parte la meccanica razionale per quanto possa essere
matematica affonda le radici
nel mondo fisico. Anche la matematica è possibile perché noi contiamo
gli oggetti
e poi vediamo lunghezze superfici, forme geometriche e da lì come sai
venne fuori IDEALMENTE(cosa stupenda)
la geometria.

Penso di aver commesso solo un errore MADORNALE in questo thread.....
mi sono ILLUSO di poter avere una sorta di dimostrazione geometrica o
analitica che giustificasse
la regola stessa. Invece si tratta di un dato sperimentale che poi
viene usato.

Se vuoi una cosa del genere esiste per la addizione......

Prendi tre mele.........poi io ne porto quattro.....contiamo tutto e
abbiamo sette mele.
Come lo dimostriamo? Niente....si conta:))
Poi ovviamente si formalizza, Peano ecc ecc.
Post by cometa_luminosa
perche'
non si capisce da cosa vuoi partire. Se tu per esempio consideri un
vettore A di R^2, lo scrivi: A = (a1, a2 e un'altro vettore B = (b1,
b2). La somma allora *per definizione* vale A + B = (a1+b1, a2+b2).
Adesso disegna sul piano, in un foglio a quadretti, due frecce A e B,
diverse sia come lunghezza che come orientazione, una di seguito
all'altra (la coda della seconda sulla punta della prima) e calcola
con il righello le componenti lungo l'asse x e l'asse y delle due
frecce e le chiami (a1, a2), (b1, b2) come prima. Appena hai finito il
disegno, vedi immediatamente che la freccia che parte dalla coda della
prima e va alla punta della seconda ha come componenti (a1+b1, a2+b2).
Adesso pero' la dimostrazione analitica dovresti saperla fare!
Questo viene DOPO.......e cioè quando arriva Cartesio.......si fa la
somma delle componenti.....
ma come sai avviene pure per la DISTANZA TRA DUE PUNTI dove si usa il
teorema di pitagora..

La cosa che io metterei in risalto qui....è che per la somma di
vettori possiamo usare
ANALITICAMENTE anche due assi NON ortogonali......se invece vogliamo
calcolarci
la distanza tra due punti......allora abbiamo bisogno di un sistema di
assi ortogonali per poter
applicare il teorema di pitagora.

Però con due assi NON ortogonali sappiamo fare lo stesso la DIFFERENZA
tra due vettori
ottenendo così un vettore che ha come NORMA la distanza tra le due
frecce dei due vettori.

Peccato però che in un sistema NON ortogonale non sappiamo calcolare
alcuna norma usando il
teorema di pitagora e cioè non possiamo più prendere le componenti a
et b e scrivere che c^2 =
a^2 + b^2 perché il triangolo NON è rettangolo a questo punto.

E allora noi dobbiamo usare la trigonometria.....abbiamo le due
coordinate del punto che sono a et b
e queste coordinate sono anche componenti di un vettore posizione.

Quindi il vettore sarebbe in queso caso il lato di un triangolo di cui
conosciamo due lati
e cioè a et b.

Ma l'angolo non è retto.......quindi....dati due lati di un triangolo
calcolare la lunghezza
del terzo lato......

Ed ecco che risolviamo pure quando non abbiamo le coordinate
ortogonali.


Domanda.......perché a scuola non si fa proprio vedere un sistema di
coordinate NON ortogonale?

Ciao e grazie per i tuoi interventi:)
A.
Giorgio Pastore
2010-08-21 17:07:25 UTC
Permalink
Arcobaleno wrote:
...
Post by Arcobaleno
Mi sono reso conto che la dimostrazione(leggendo Giorgio l'ho capito
bene)
che intendo io non esiste.
....

Io ho scritto che la dimostrazione esiste per gli spazi affini (e la
distanza e gli angoli non c' entrano). Quindi è un teorema della teoria
degli spazi affini.

Quello che è invece un dato sperimentale è l' applicabilità della
teoria ad alcuni oggetti della fisica (spostamenti, campi etc.). Ma
"dato sperimental" non significa solo constatazione diretta. Signific
che tutte le conseguenze che discendono dall' ipotesi di applicabilità
della teoria sono soddisfatte.

Dai tuoi post io ancora non ho capito se per regola del parallelogramma
tu intendi l' aspetto matematico oppure quello fisico.

Infatti nel tuo post passi a parlare di sistemi di coordinate non
ortogonali che è una questiona matematica (e non è assolutamente vero
che non puoi definire una distanza con coordinate non ortogonali: avrai
una forma quadratica non diagonale; tutto qui)

Giorgio
Arcobaleno
2010-08-21 18:15:00 UTC
Permalink
Post by Giorgio Pastore
Io ho scritto che la dimostrazione esiste per gli spazi affini (e la
distanza e gli angoli non c' entrano). Quindi è  un teorema della teoria
degli spazi affini.
Quella poi è formalizzazione che ha spiegato tante volte Valter e io
la penso come lui.

Il problema è FISICO......è come per i tre principi di newton.

F = ma......ora questo "metodo" "regola" "formula" nella reltà
sperimentale viene
verificata....giusto?

Allo stesso modo se io scrivo che F = a + b e con a e b indico FORZE
con determinate
direzioni, versi e intensità....alla fine ecco che verifico la formula
del parallelogramma(la chiamiamo
regola perché è un fatto geometrico).

Quindi è un fatto fisico che poi viene formalizzato giustamente come
per i tre principii della dinamica.

Su quei tre principii come mi insegni si è costruita la mecc
razionale(lagrange e hamilton sono
andati pure oltre) e sulla regola del parallelogramma a quanto pare si
è costruita l'algebra lineare:))

Alla faccia della indipendenza della matematica dai fenomeni
fisici......la fisica la devono studiare
a matematica...altrimenti usano solo dogmi:))
Post by Giorgio Pastore
Dai tuoi post io ancora non ho capito se per regola del parallelogramma
tu intendi l' aspetto matematico oppure quello fisico.
La tua domanda è del tipo: io non ho capito se tu per velocità intendi
una roba di fisica o di matematica:))

Ciao stammi bene
A.
Peter11
2010-08-21 19:37:51 UTC
Permalink
Post by Arcobaleno
Post by Giorgio Pastore
Io ho scritto che la dimostrazione esiste per gli spazi affini (e la
distanza e gli angoli non c' entrano). Quindi è un teorema della teoria
degli spazi affini.
Quella poi è formalizzazione che ha spiegato tante volte Valter e io
la penso come lui.
Il problema è FISICO......è come per i tre principi di newton.
F = ma......ora questo "metodo" "regola" "formula" nella reltà
sperimentale viene
verificata....giusto?
Ingredienti:
- due righe (da disegno, eh :-));
- un filo di cotone (di nylon va bene uguale);
- dei bulloni;
- tre carrucole (piccole);
- un bel cartone o, meglio, un foglio di compensato.
- Biro bic (meglio a punta fine);
- un blocco (la fisica è una scienza empirica, ma quantitativa: quindi ci
vuole a quadretti);
Buon divertimento :-)
cometa_luminosa
2010-08-21 17:09:16 UTC
Permalink
On 21 Ago, 18:33, Arcobaleno <***@freemail.it> wrote:
[...]
Post by Arcobaleno
Domanda.......perché a scuola non si fa proprio vedere un sistema di
coordinate NON ortogonale?
A scuola non lo so, forse sarebbe utile se poi si utilizzasse
effettivamente, altrimenti uno se lo scorda subito.

Comunque, anche in un sistema non ortogonale, in uno spazio affine:

Siano p, q, r, 3 diversi punti non allineati; definisci i vettori: A =
(q - p), B = (r - q).
Adesso fai la somma A + B. Cosa viene?
Se non lo fai non ti rispondo...
Arcobaleno
2010-08-21 18:06:42 UTC
Permalink
Post by cometa_luminosa
[...]
Post by Arcobaleno
Domanda.......perché a scuola non si fa proprio vedere un sistema di
coordinate NON ortogonale?
A scuola non lo so, forse sarebbe utile se poi si utilizzasse
effettivamente, altrimenti uno se lo scorda subito.
Siano p, q, r, 3 diversi punti non allineati; definisci i vettori: A =
(q - p), B = (r - q).
Adesso fai la somma A + B. Cosa viene?
Se non lo fai non ti rispondo...
Con sto caldo che è ripreso alla grande pure tu hai preso una piccola
svista:))

Sicuramente volevi dire che il vettore A = q p e il vettore B = r
q.....cioè
abbiamo tre punti non allineati e andiamo ad unire i due punti q et p
e abbiamo
il segmento orientato e cioè il vettore A e lo stesso per il vettore
B.


Quindi abbiamo che il vettore A ha la coda nel punto q il vettore B la
coda nel punto r
e la freccia nel punto q. il segmento orientato pr ci da la somma dei
due vettori.

Contento?:)

Sempre con sto calcio in tv non se ne può più......quasi quai esco e
vado al cinema...
tu che fai di sera?
cometa_luminosa
2010-08-22 11:48:35 UTC
Permalink
Post by Arcobaleno
Post by cometa_luminosa
Siano p, q, r, 3 diversi punti non allineati; definisci i vettori: A =
(q - p), B = (r - q).
Adesso fai la somma A + B. Cosa viene?
Se non lo fai non ti rispondo...
Con sto caldo che è ripreso alla grande pure tu hai preso una piccola
svista:))
No, nessuna svista. Se vuoi anche il riferimento bibliografico:
"Lezioni di Geometria" Gherardelli - Rosati - Tomassini _ Seconda
edizione - paragrafo 2.2: Coordinate cartesiane. Vettori e
traslazioni. Cambiamenti di sistema di riferimento.

<<...Se la coppia AB [segno di vettore sopra, con la freccia da A a B]
individua il vettore v, scriveremo anche v = B - A o B = A + v. Questa
scrittura va intesa cosi': B e' l'immagine di A mediante la
traslazione tau_v...
...Siano u, v, vettori, O un punto del piano (pi) e siano A = O + u e
B = A + v. Esiste una sola traslazione tau_w che porta O in B cioe' B
= O + w. Il vettore w non dipende da O. Infatti...>>

E comunque non c'e' bisogno di leggere un libro, talmente e' evidente
la questione, almeno per chi i vettori e' gia' abituato a vederli da
diverso tempo.
Quindi ora hai la tua dimostrazione, e non ti azzardare a dire che non
ti va bene! :-))

Quando affermi che la regola del parallelogramma e' una regola
empirica, a qualcuno lo fai inc.....e, a me fai soltanto ridere, scusa
se te lo dico cosi'. Probabilmente non lo pensi sul serio, il che
probabilmente significa che la tua e' solo una provocazione, ma mi fai
ridere lo stesso...

Se non si sapessero fare dimostrare cose del genere, diciamo di
livello 1, allora a maggior ragione neanche quelle di livello 2, e
neanche di livello 3, di livello 4, 5, ...
Chi ha studiato seriamente Fisica o Matematica e' ad un livello un po'
piu' su...
Arcobaleno
2010-08-22 18:40:59 UTC
Permalink
Post by cometa_luminosa
Post by cometa_luminosa
Siano p, q, r, 3 diversi punti non allineati; definisci i vettori: A =
(q - p), B = (r - q).
Adesso fai la somma A + B. Cosa viene?
Se non lo fai non ti rispondo...
<<...Se la coppia AB [segno di vettore sopra, con la freccia da A a B]
individua il vettore v, scriveremo anche v = B - A o B = A + v. Questa
scrittura va intesa cosi': B e' l'immagine di A mediante la
traslazione tau_v...
...Siano u, v, vettori, O un punto del piano (pi) e siano A = O + u e
B = A + v. Esiste una sola traslazione tau_w che porta O in B cioe' B
= O + w. Il vettore w non dipende da O. Infatti...>>
Che fine hanno fatto i tre punti non allineati?

Qui se non sto attento faccio la fine dei magistrati
italiani....quelli argomentano, portano pure le prove
poi arriva un governo di bella gente e cambia le regole:)))

Te che ministero ti hanno dato?:))

ciao
A.

p.s. si scherza.......
cometa_luminosa
2010-08-22 22:17:13 UTC
Permalink
Post by Arcobaleno
Post by cometa_luminosa
Post by cometa_luminosa
Siano p, q, r, 3 diversi punti non allineati; definisci i vettori: A =
(q - p), B = (r - q).
Adesso fai la somma A + B. Cosa viene?
Se non lo fai non ti rispondo...
<<...Se la coppia AB [segno di vettore sopra, con la freccia da A a B]
individua il vettore v, scriveremo anche v = B - A o B = A + v. Questa
scrittura va intesa cosi': B e' l'immagine di A mediante la
traslazione tau_v...
...Siano u, v, vettori, O un punto del piano (pi) e siano A = O + u e
B = A + v. Esiste una sola traslazione tau_w che porta O in B cioe' B
= O + w. Il vettore w non dipende da O. Infatti...>>
Che fine hanno fatto i tre punti non allineati?
Io ho scritto "non allineati" *per farlo capire a te* altrimenti non
ne avrei avuto proprio bisogno...
Post by Arcobaleno
Qui se non sto attento faccio la fine dei magistrati
italiani....quelli argomentano, portano pure le prove
poi arriva un governo di bella gente e cambia le regole:)))
Il problema e' che tu non argomenti un bel niente; da questo punto di
vista sei piu' simile ad un berlusca che ad un magistrato (perlomeno i
magistrati *hanno studiato*, tu no).
Arcobaleno
2010-08-23 07:02:33 UTC
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Post by cometa_luminosa
Io ho scritto "non allineati" *per farlo capire a te* altrimenti non
ne avrei avuto proprio bisogno...
Ma non c'è problema:) Ho capito tutto....conosco quello che mi ha
esposto....

Vedrei più utile per es. parlare dell'equazione VETTORIALE della retta
piuttosto
che parlare della regola del parallelogramma RIDEFINITA nell'ambito
della geometria affine.

Allo stesso modo a mio parere è più utile parlare del teorema di
pitagora che si dimostra
per via sintetica che non vederne una sua RIDEFINIZIONE in altri
ambiti.

E' IMHO sempre meglio andare alla radice delle questioni senza
fermarsi in superficie.

Immagina se Galileo avesse dato ragione ad Aristotele giusto perché
era Aristotele a parlare:)
Immagina se Einstein avesse dato ragione a Newton su tutto giusto
perché era lui a parlare:)

L'ipse dixit funziona per i credenti, chi vuole accettare qualcosa
perché lo dice una divinità per esempio.

Io accetto le cose che hanno evidenza, cose che si possono condividere
RAGIONANDOCI SOPRA:)))

Per me la matematica è prima di tutto un'ottima palestra per allenarsi
a ragionare.
Perché non ti alleni un pochino invece di ripetere qui le definizioni
che anche io so leggere nei libri?:))

Ciao, stammi bene
A.
cometa_luminosa
2010-08-23 19:22:22 UTC
Permalink
Post by Arcobaleno
Post by cometa_luminosa
Io ho scritto "non allineati" *per farlo capire a te* altrimenti non
ne avrei avuto proprio bisogno...
Ma non c'è problema:) Ho capito tutto....conosco quello che mi ha
esposto....
Ok, allora spiegami il significato della frase: "Che fine hanno fatto
i tre punti non allineati?", con tanto di riferimento ai magistrati
che argomentano, perche' ancora non l'ho capita. Io ti ho spiegato
come, quando, dove e perche' (e anche il numero di telefono :-) )
della regola del parallelogramma, in termini molto semplici ovvero che
il vettore risultante dalla somma A + B e' quello che va dalla coda
del primo alla punta del secondo. E' errata quella dimostrazione? Per
favore, rispondi a questo.
Post by Arcobaleno
Vedrei più utile per es. parlare dell'equazione VETTORIALE della retta
piuttosto
che parlare della regola del parallelogramma RIDEFINITA nell'ambito
della geometria affine.
A, perche' tu stavi parlando della regola del parallelogramma in una
geometria NON affine? Interessante...
Post by Arcobaleno
L'ipse dixit funziona per i credenti, chi vuole accettare qualcosa
perché lo dice una divinità per esempio.
Io accetto le cose che hanno evidenza, cose che si possono condividere
RAGIONANDOCI SOPRA:)))
Bravo. Infatti e' quello che ho fatto: ti ho dato una dimostrazione
ragionandoci sopra; poi hai contestato la *banale definizione* di
vettore che ti ho fornito e quindi ti ho dovuto fornire il riferimento
bibliografico, te che avresti fatto al posto mio?
Post by Arcobaleno
Perché non ti alleni un pochino invece di ripetere qui le definizioni
che anche io so leggere nei libri?:))
Bravo, esatto! Perché non ti alleni un pochino invece di ripetere qui
le definizioni
che leggi nei libri? Se tu avessi almeno provato a ragionare un
pochino su quello che ti ho scritto. Invece di *ragionare* ti sei
limitato a contestare sulla base di non so che cosa. Ma che fai, ti
alleni a fare il politico? :-)

Ho capito che sei un po' permaloso, ma tutti un po' lo siamo. Io non
ho interesse a voler dimostrare che non sai le cose, pero' non puoi
buttare li' una domanda, aspettare che qualcuno spenda tempo ed
energie mentali per risponderti, e non avere rispetto della risposta
che ti viene data, solo per questo, cioe' per il fatto che e' stato
impiegato del tempo e risorse mentali (poche o tante non importa).
*Rispetto* per cio' che ti viene *donato*.
Lo so che tu ne sai tanto piu' di me della vita, ma penso che quel
concetto di rispetto lo devi ancora toccare con mano.
Arcobaleno
2010-08-23 20:38:08 UTC
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Post by cometa_luminosa
, in termini molto semplici ovvero che
il vettore risultante dalla somma A + B e' quello che va dalla coda
del primo alla punta del secondo. E' errata quella dimostrazione? Per
favore, rispondi a questo.
Prova a dimenticare queste definizioni e segui un pochino questo
racconto se vuoi.....


Siamo in Grecia ai tempi di Talete.......

Talete vede tante cose nel cielo e in terra. Un giorno due bambini si
litiigavano un carretto....al carretto
erano legate due corde...un il bambino tirava più verso destra la
bambinA più verso sinistra....il carretto però procedeva in diversa
direzione......Talete osserva questo fenomeno molto spesso e comincia
a sperimentare....in seguito come ci dicono gli studiosi di storia del
pensiero occidentale sarà Aristotele a spiegare e conoscere la regola
del parallelogramma...qui ci troviamo nella Grecia del quarto secolo
avanti cristo.....Aristotele maestro di Alessandro Magno.

Questo è anche il periodo di Euclide che sintetizza una serie di
conoscenze precedenti a lui e le sistematizza ASSIOMATICAMENTE.

Per i greci dell'epoca solo cose evidente potevano essere postulate
altrimenti bisognava dimostrarle. Una dimostrazione doveva essere un
ragionamento CONVINCENTE al di la di ogni ragionevole dubbio.
Erano talmente "permalosi" che come sai il quinto postulato non veniva
accettato con serenità....c'era di mezzo l'infinito infatti e loro non
capivano veramente che fine potevano fare due rette che USCIVANO dal
foglio dove venivano SIMBOLIZZATE ( i disegni sono simboli come la
notazione simboleggia altre IDEE....quella roba è ideale) ed ecco che
avevano i loro dubbi legittimi.


Ora e questa volta la domanda la faccio io a te....

A tuo parere con tutta questa "meticolosità" Aristotele avrebbe mai
accettato la definizione che si da oggi nelle scuole e con quella si
chiude il discorso e si dice ai fisici: state sereni, usate questa
regola e vedrete che il tutto torna.

Sarebbe come se Newton avesse detto usate il secondo principio state
tranquilli e tutto torna...NO! Lui spiega, fa degli esempi e si
RICHIAMA subito a qualche caso osservato....dice che ALTRI PRIMA DI
LUI SONO D'ACCORDO su certi esperimenti e osservazioni.

Ciao
A.

p.s. ma Galileo a te cosa ha insegnato?:)) Chiedo sul serio......
cometa_luminosa
2010-08-24 18:31:16 UTC
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Post by Arcobaleno
p.s. ma Galileo a te cosa ha insegnato?:)) Chiedo sul serio......
Mi ha insegnato un minimo di senso di realta', ecco perche', con molto
rammarico, mi vedo costretto a metterti nel killfile.
Saluti.
cometa_luminosa
Peter11
2010-08-21 20:35:47 UTC
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Post by Tommaso Russo, Trieste
MA SIAMO MATTI?
Io ti ho dato una spiegazione destinata normalmente a 16/17enni e tu
mi fai un erroraccio da matita rossa anche per un undicenne?
Moltiplichi *un addendo* per un numero prima di fare la somma e vuoi
che ti venga lo stesso risultato?
...
Professor Russo si merita una tiratina d'orecchie :-)
La prima osservazione da fare è la seguente (esempio):
Che la luce dello spirito santo è scesa su di te quando hai fatto la cresima
è un *dogma*, che la v. della luce è una costante universale etc. etc. è un
*postulato* :-)
Arcobaleno
2010-08-22 09:27:34 UTC
Permalink
Post by Peter11
Professor Russo si merita una tiratina d'orecchie :-)
Che la luce dello spirito santo è scesa su di te quando hai fatto la cresima
è un *dogma*, che la v. della luce è una costante universale etc. etc. è un
*postulato* :-)
Mentre la cosiddetta regola del parallelogramma in realtà è un
principio al pari di quelli della dinamica.

Cos' come F= ma (formula, regola) è verificata sperimentalmente, allo
stesso modo succede per la
regola(perché è geometrico prima et analitico dopo il procedimento di
calcolo)
del parallelogramma.


Perché? Perché quel metodo di sommare le forze si deduce da
esperimenti, da considerazioni sul mondo fisico proprio come per i tre
principii di Newton.

E' un fatto del tutto fisico che se due uomini tirano in direzioni
diverse la stessa barca verso la riva..dove le loro due funi formano
un angolo per es PI/2.....dall'altro capo della barca si potrebbe
mettere un altro uomo che per tenere la barca ferma dovrà opporre
proprio una forza uguale alle altre due per intensità e cercare
soprattutto di tirare verso una giusta direzione....quella direzione
che gli permetterà di equilibrare GIUSTAMENTE la forza delle braccia
degli altri due che tirano in direzione opposta.


Alla fine si scopre che il tutto si compone proprio usando la regola
del parallelogramma.

Qualcuno può confutare il fatto che questa regola al pari di F = ma è
un principio fisico prima ancora che una definizione matematica?

Ciao grazie
A.
cometa_luminosa
2010-08-20 11:32:05 UTC
Permalink
On 20 Ago, 10:28, Arcobaleno <***@freemail.it> wrote:
[...]
Post by Arcobaleno
Ma quando i vettori NON sono uguali.....come si può dimostrare che la
direzione del moto dovrà essere proprio quella diagonale del
parallelogramma?
Qui c'è qualcuno in gamba, cioè capace(magari un professore
universitario di fisica teorica) che può spiegare a tutti questo
mistero? O mi devo rivolgere al ng di fisica moderato?
Ma la dimostrazione la vuoi fare partendo da cosa? Perche' io la
"regola del parallelogramma" non ho bisogno di ricordarmela, basta
sapere che se prendo due vettori e li disegno di seguito (cioe' la
coda del secondo sulla punta del primo), il vettore risultante va
dalla coda del primo alla punta dell'ultimo :-)
Arcobaleno
2010-08-20 14:49:46 UTC
Permalink
Post by cometa_luminosa
Ma la dimostrazione la vuoi fare partendo da cosa?
Partendo dal fatto che due vettori stesso punto applicazione e DIVERSA
norma
hanno come risultante( e cioè NORMA E DIREZIONE) proprio quella che
viene
fuori dalla regola del parallelogramma.

Devi convenire che qui noi applichiamo questa regoletta senza averne
mai vista alcuna dimostrazione.

Sarebbe come usare la regoletta c^2 = a^2 + b^2 così....giusto perché
ci è stata detta, tutti la accettiamo e nei libri
e neppure a scuola e neppure all'università e NEPPURE SUI NG qualcuno
sa che esiste un famoso teorema
di pitagora di geometria SINTETICA che si dimostra:))

Dove hanno nascosto questa dimostrazione?:))

Ciao
A.

p.s. immagina di non conoscere la dimstrazione del teorema di
pitagora.....alla fine ti puoi convincere che il tutto deve andare in
quel modo ma è un atto di fede:)) In questo senso è un dogma:)) Fuori
la dimostrazione al più presto ragazzi:)))
Giorgio Pastore
2010-08-20 16:24:58 UTC
Permalink
Inverto l' ordine delle citazioni dal tuo post.
Post by Arcobaleno
Sarebbe come usare la regoletta c^2 = a^2 + b^2 così....giusto perché
ci è stata detta, tutti la accettiamo e nei libri
e neppure a scuola e neppure all'università e NEPPURE SUI NG qualcuno
sa che esiste un famoso teorema
di pitagora di geometria SINTETICA che si dimostra:))
Mi sembra una delle tue sparate ingiustificate. Viene da dire: parla per
te e non pretendere di generalizzare. Capisco che a Filosofia non si
insegni Pitagora ma si dovrebbe almeno insegnare a non estendere all'
intero universo i limiti della propria esperienza... E comunque Pitagore
c' entra relativamente poco...
Post by Arcobaleno
Post by cometa_luminosa
Ma la dimostrazione la vuoi fare partendo da cosa?
Partendo dal fatto che due vettori stesso punto applicazione e DIVERSA
norma
hanno come risultante( e cioè NORMA E DIREZIONE) proprio quella che
viene
fuori dalla regola del parallelogramma.
La domanda di cometa_luminosa era più che dovuta. Non è chiaro neanche
a me se il tuo dubbio è sulla matematica o sulla fisica.

Dal punto di vista matematico la regola del parallelogramma vale in uno
spazio affine e discende direttamente dalle definizioni.

Dal punto di vista fisico occorre partire da una verifica sperimentale
che le quantità che via via si intende associare alla regola del
parallologramma siano ispmprfe ad elementi di uno sp. affine.

Giorgio
radicale 003
2010-08-20 18:31:23 UTC
Permalink
Post by Giorgio Pastore
Dal punto di vista matematico la regola del parallelogramma vale in uno
spazio affine e discende direttamente dalle definizioni.
Dal punto di vista fisico occorre partire da una verifica sperimentale
che le quantità  che via via si intende associare alla regola del
parallologramma siano ispmprfe ad elementi di uno sp. affine.
Oooops !
La stessa cosa che gl' ho risposto io !

Certo, tu la dici in modo piu' "dotto" ... :-)
Arcobaleno
2010-08-21 04:51:40 UTC
Permalink
Post by Giorgio Pastore
Dal punto di vista matematico la regola del parallelogramma vale in uno
spazio affine e discende direttamente dalle definizioni.
Quindi NON esiste alcuna dimostrazione né di tipo sintetico né di tipo
analitico. Ho capito bene?
Post by Giorgio Pastore
Dal punto di vista fisico occorre partire da una verifica sperimentale
che le quantità  che via via si intende associare alla regola del
parallologramma siano ispmprfe ad elementi di uno sp. affine.
Quale sarebbe questa verifica sperimentale? Me ne parli per favore?

Ciao grazie
A.
F.M.Arouet
2010-08-23 00:28:54 UTC
Permalink
Post by Arcobaleno
Post by Giorgio Pastore
Dal punto di vista matematico la regola del parallelogramma vale in uno
spazio affine e discende direttamente dalle definizioni.
Quindi NON esiste alcuna dimostrazione né di tipo sintetico né di tipo
analitico. Ho capito bene?
Ti sta dicendo che come 3+4 fa 7 in base alla definizione
dell'operazione somma nell'ambito dei numeri naturali, cosi' il
vettore x piu' il vettore y danno il vettore che si ottiene con il
parallelogramma, in base alle definizione dell'operazione somma
nell'ambito dello spazio vettoriale R2.
Hai provato a leggere qua?
http://it.wikipedia.org/wiki/Spazio_vettoriale

Ciao.Fabio.
radicale 003
2010-08-20 18:30:10 UTC
Permalink
Post by Arcobaleno
ma sta regola del parallelogramma è un dogma o si può dimostrare?
ROTFL !
Che significa "dimostrare" ?

Concentrati :

Do while "non ha capito"

PRIMO
Gli esperimenti mostrano che la regola del parallelogramma
e' rispettata sotto le condizioni date.

A quel punto si e' *assiomatizzata* l' algebra lineare,
la quale e' costruita in modo tale che la sua modellizzazione
GEOMETRICA soddisfi la regola del parallelogramma

loop

Forse tra 15/16.000 uscirai dal ciclo.
In bocca al lupo.
radicale 001
2010-08-20 18:37:30 UTC
Permalink
Post by Arcobaleno
ma sta regola del parallelogramma è un dogma o si può dimostrare?
ROTFL ! Che significa "dimostrare" ?

Concentrati, cervello da gallina :

Do while "non ha capito"
PRIMO
Gli esperimenti mostrano che la regola del parallelogramma
e' rispettata sotto le condizioni date.

SECONDO
A quel punto si e' *assiomatizzata* l' algebra lineare,
la quale e' costruita in modo tale che la sua modellizzazione
GEOMETRICA soddisfi la regola del parallelogramma

loop
Forse tra 15/16.000 anni uscirai dal ciclo.
In bocca al lupo, cervello da gallina.
LordBeotian
2010-08-23 09:36:38 UTC
Permalink
Post by Arcobaleno
Da solo sono riuscito a dimostrare che la somma di due vettori
COLLINEARI è la somma delle due lunghezze cioè dei due moduli.
E in base a quale definizione di "somma" lo avresti dimostrato?
Post by Arcobaleno
Ma quando i vettori NON sono uguali.....come si può dimostrare che la
direzione del moto dovrà essere proprio quella diagonale del
parallelogramma?
Ma quale "moto"? Di che vettori stai parlando? (posizione, velocità,
accelerazione, forza?)
Arcobaleno
2010-08-23 09:57:03 UTC
Permalink
Post by LordBeotian
Post by Arcobaleno
Da solo sono riuscito a dimostrare che la somma di due vettori
COLLINEARI è la somma delle due lunghezze cioè dei due moduli.
E in base a quale definizione di "somma" lo avresti dimostrato?
E' una cosa evidente......dimostrare una cosa da solo per me equivale
a capire una cosa
CONDIVISIBILE da tutti senza che la cosa mi sia mai stata detta da
alcuno.

Per es. DA SOLO da piccolo arrivai a dimostrare che 3+ 3 =
6...semplicemente a furia di contare
come facevano altri bambini e si era tutti d'accordo:))

Qui ovviamente dovrei dilungarmi su cosa io intendo per
dimostrazione.....è una roba troppo
lunga.....ma la cosa importante è intenderci:))

Tu hai qualcosa in contrario se rappresento con due segmenti orientati
la cui lunghezza equivale alla intensità di una forza.....ed ecco che
se i due segmenti vanno a sovrapporsi(collineari) e la intensità della
forza risultante è la somma delle due lunghezze? Per me è
evidente....è come quando siamo d'accordo che 3+3 = 6.

Invece quando cambia l'angolo tra i due vettori(anche se sono di
uguale norma) l'evidenza non c'è più.....è evidente per es. che la
direzone del moto dovrà essere lungo la bisettrice dell'angolo formato
da due vettori DI UGUALE NORMA,,,,ma non vedo evidenza che tale norma
debba essere uguale a quella che viene fuori applicando la regola del
parallelogramma.

Da qui la mia idea di sviluppare un discorso più ampio a partire da
queste evidenze con relative verifiche sperimentali.

Ci sono rimasto molto male quando in tutti i libri e anche su internet
ho visto che questa regola viene data come qualcosa di
autoevidente....


Ciao:)
A.

p.s. sono ripartito da un altro thread su it scienza matematica e qui
sempre su questo argomento....intervieni lì per favore?
LordBeotian
2010-08-23 12:54:03 UTC
Permalink
Post by Arcobaleno
Post by LordBeotian
Post by Arcobaleno
Da solo sono riuscito a dimostrare che la somma di due vettori
COLLINEARI è la somma delle due lunghezze cioè dei due moduli.
E in base a quale definizione di "somma" lo avresti dimostrato?
E' una cosa evidente......dimostrare una cosa da solo per me equivale
a capire una cosa
CONDIVISIBILE da tutti senza che la cosa mi sia mai stata detta da
alcuno.
La nozione di "somma di vettori" non è un concetto innato, necessita
di una definizione altrimenti non si sa di che cosa si sta parlando. A
quale definizione fai riferimento quando giudichi "evidente"il
risultato della somma nel caso di vettori paralleli?
Arcobaleno
2010-08-23 14:48:35 UTC
Permalink
Post by LordBeotian
La nozione di "somma di vettori" non è un concetto innato, necessita
di una definizione altrimenti non si sa di che cosa si sta parlando. A
quale definizione fai riferimento quando giudichi "evidente"il
risultato della somma nel caso di vettori paralleli?
Non ti preoccupare....mi risolvo tutto da solo...come sempre:))

Ciao stammi bene e grazie
A.
Dario
2010-08-24 19:12:14 UTC
Permalink
TESTA DI CAZZO !!!
Dario


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